Ci sono degli uomini che dominano e che cambiano le sorti di popolazioni.

La nostra città è un microcosmo nato solo ottant’anni fa, con una popolazione di soli 5.000 abitanti di provenienza eterogenea (Veneto, Friuli, Emilia), rasa al suolo nella battaglia di Aprilia e risorta come una Araba Fenice, grazie all’impegno di talune persone, non poche, vi assicuro!

Di poi, giungevano altri uomini e donne di altre regioni e isole (pensiamo alla Campania e a Pantelleria), alla ricerca dell’Eldorado del Sud Pontino, trovando un territorio tutto da conquistare e far crescere, come una serra già pronta e calda, da seminare e da cui trarre e godere dei frutti.

Frutti da condividere, tuttavia, con i propri amici, concittadini.

Ecco, ho pensato di organizzare questo momento, e a queste persone dedico il Premio L’Arco di Aprilia: a coloro che, a prescindere dalla professione o dalla estrazione sociale, si sono dedicati alla loro città e, ancor più, alla loro gente perché crescessero e migliorassero, inventando associazioni come la PRO-LOCO; istituendo centri trasfusionali come l’AVIS; ancor più, tornando subito dopo i bombardamenti a soccorrere gli uomini sminatori dei campi di battaglia; o a creare un “sipario” di aggregazione per i giovani; infine una importante ricchezza economica (parlo di quella degli anni ’80/90) .

Questo premio è anche una maniera per dimostrare che Aprilia non è assolutamente una città dormitorio, un pied-a-terr per pendolari, ma ha un cuore che pulsa tenace e gaio, come lo manifestano la quantità di associazioni culturali.

Ma, in verità, ho pensato e voluto il Premio L’Arco di Aprilia non solo come un “onore al merito” a costoro che con sacrificio, dedizione e amore si sono prodigati per la città, ma, anzi, un gesto di ringraziamento.

Se noi, che siamo stati giovani apriliani, siamo rimasti in questa città, spesso bistrattata, maltrattata e derisa, è perché ci vivevamo bene, nonostante i limiti e le lacune. Questo grazie all’operato di uomini come: Cleto Nencini, Pietro Squarcia, Francesco Di Nardo, la Confraternita San Raffaele, la Compagnia Teatro Finestra, Francesco Ciacciarelli e molti altri ancora…. Piccoli grandi eroi che non devono essere dimenticati dal passare delle generazioni e dai nuovi insediamenti anche stranieri.

Il desiderio dell’omonima associazione, è che nella parte di volta celeste, che accudisce la terra apriliana, si fissino le stelle che l’hanno resa vivibile e amena e amata.

Marina Cozzo